il lavoro del pizzaiolo napoletano diventa patrimonio dell’UNESCO


Fragrante, profumata e buonissima col suo pomodoro dolce e la filante mozzarella: questa è la delizia d’Italia, la pizza napoletana. Un cibo tradizionale che si tramanda a Napoli nei secoli e che nel tempo non ha mai perso la sua squisita originalità.

Ed è festa nella città partenopea da quando l’arte dei pizzaioli napoletani è stata candidata a patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, dopo che la petizione ha sfiorato il milione di firme. Candidatura che sarà ufficializzata a Parigi il 14 aprile, per poi dare il via ad una gustosa “campagna elettorale” fino al voto finale del 2017.

La pizza è uno dei cibi che incarna la cultura e la tradizione gastronomica italiana e rappresenta il prodotto “made in Italy” più apprezzato e conosciuto al mondo.
Proprio per valorizzare e preservare l’artigianalità del prodotto e la finissima arte dei pizzaioli, distinguendola dai prodotti industriali, è stato composto un decalogo internazionale affidato alla “Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana” nel 2010.
Questa particolare “disciplinare” riguarda quelle materie prime e quei gesti rituali essenziali per la buona riuscita del prodotto e grazie ai quali si è arrivati alle soglie di questo possibile riconoscimento internazionale.

Certamente sono fondamentali ingredienti di primissima qualità: la farina di grano tenero 00, il lievito di birra, il sale marino o da cucina, l’acqua naturale potabile, l’olio extravergine di oliva, i pomodori san Marzano D.O.P. (o pomodorini freschi di “Corbara” o del “Piennolo del Vesuvio” D.O.P.), la mozzarella di bufala campana D.O.P. e il basilico fresco.

Ma, a detta dei molti “cultori” della pizza, la caratteristica della pizza napoletana sta anche nelle mani del pizzaiolo che amalgama gli ingredienti e cuoce l’impasto secondo antiche regole ben precise: impasto elastico e lievitato due volte (otto ore totali) in panetti formati rigorosamente a mano; pasta stesa a mano di massimo 0,4cm al centro e massimo 2 cm ai bordi; la cottura nel forno a legna per un tempo tra 60 e 90 secondi circa, senza bruciarla.

Così si ottiene una pizza tutta da gustare, dorata, dal profumo irresistibile e dai bordi alti.
La commissione designatrice ha attribuito alla pizza una funzione di “riscatto sociale” non solo dei napoletani ma degli italiani tutti, identificandoci nel mondo per la nostra passione, la nostra cultura e il nostro stile di vita.